martedì 2 dicembre 2014

Botulino & teenagers: coppia esplosiva

Nell’era dei selfie tra le adolescenti d’oltreoceano dilaga il ritocchino, botulino in testa. E in Italia? La parola all’esperto

Fatti un selfie e postalo! Diffondere in rete la propria immagine, condividerla con la community 3.0, farla diventare virale è un fenomeno dilagante che trova nei teenager il maggior numero di addicted.

Non c’è da stupirsi, quindi, che in una società dove si moltiplicano i canali in cui mostrare la propria immagine, da Facebook a Instagram, da Skype a Pinterest e dove top model e celebs condividono i loro selfie, sempre più giovanissime ricorrano alla medicina estetica per migliorarsi e/o modificarsi, magari nella recondita speranza di essere notate e diventare una it-girl.

Secondo uno studio condotto da WJLA, emittente televisivo statunitense affiliato alla ABC, dal 2010 il numero di teenager americani che tra i 13 e i 19 anni si è sottoposto a iniezioni di tossina botulinica è cresciuto del 20%. Un dato ancora più inquietante se si considera che dal 2000, questa progressione è stata del 680%, ovvero oltre 12000 iniezioni annue di tossina botulinica praticate negli USA agli under 20 (dati del portale medico canadese FFAQ).

Dalla ricerca di WJLA, si apprende anche che le teenagers ricorrono alla tossina botulinica per combattere l’iperidrosi - un disturbo che comporta un'eccessiva sudorazione e può interferire in modo significativo sulla qualità della vita - e fin qui l’uso è ancora accettabile, grave è invece che sia utilizzata per cancellare le rughe d’espressione sulla fronte.

«Si tratta di criminalità pura», afferma Fulvio Tomaselli, presidente di SIME e membro del Collegio Italiano delle Società Scientifiche di Medicina Estetica, che prosegue: «La tossina botulinica può ridurre le rughe, ma su un adolescente non ha senso perché invecchiando gli verranno lo stesso e non può certo pensare di passare una vita a farsela iniettare. In ogni caso è assolutamente amorale, non etico, e non professionale! Quello che avviene negli Usa, ma che si sta diffondendo sempre di più, non è medicina, è business, è bancarella al mercato. Discorso diverso, invece, per l’iperidrosi una malattia che spesso crea gravi problematiche sociali. Una persona che ha le mani o le ascelle sempre sudate, non vive bene e quindi intervenire può essere utile».

I numeri statunitensi preoccupano anche le associazioni mediche italiane - nonostante un recente sondaggio Aiteb (Associazione italiana terapia estetica botulino) sostenga che nessun medico d’Italia abbia effettuato trattamenti con botulino per fine estetico su minorenni e che solo lo 0,5% dei pazienti ha meno di 25 anni - perché si teme un dilagare della moda d’oltreoceano: secondo una stima dell’associazione “Donne e Qualità della Vita”, infatti, un’adolescente su due sarebbe tentata di farlo e una su sette è pronta ad andare in Paesi stranieri pur di ritoccarsi.


Tarte arancia e cioccolato


                 Ricetta di Annalisa Barbagli   Stefania Barzini


INGREDIENTI PER 8 PERSONE

Per la pasta
200 g di farina 00
100 g di burro
50 g di zucchero a velo setacciato
un uovo
sale
un cucchiaio di acqua
Per il ripieno
200 g di cioccolato fondente al 70%
100 g di marmellata di arance amare
200 ml di panna liquida fresca
50 ml di latte
un uovo
Per lo stampo
una noce di burro
poca farina

PREPARAZIONE DELLA RICETTA

Setaccio la farina in una ciotola ampia e la cospargo con il burro, morbido e a pezzetti. Unisco un pizzico di sale e amalgamo i due ingredienti con la punta delle dita fino a ottenere delle grosse briciole. Formo la fontana e ci metto lo zucchero a velo, l’uovo battuto e un cucchiaio di acqua fredda. Amalgamo rapidamente gli ingredienti con la forchetta, poi rovescio il tutto sul tavolo infarinato e ammasso la pasta senza impastare. Quando la pasta è omogenea, formo una palla, la premo un po’ a disco e la faccio riposare in frigorifero, avvolta nella pellicola, per almeno un’ora.
Accendo il forno regolando il termostato a 180°. Imburro e infarino una tortiera da crostate (25-26 cm) a fondo mobile. Stendo la pasta con il mattarello ottenendo un cerchio di circa 3-4 mm di spessore e fodero la tortiera. Ritaglio l’eccesso di pasta tutto intorno, poi fodero la pasta con un foglio di cartaforno e riempio la cavità con legumi secchi. Passo la tortiera in forno per 20 minuti. (Se il forno non è a temperatura, la tengo in attesa in frigorifero).
Intanto preparo la crema per il ripieno. Sminuzzo il cioccolato, lo raccolgo in una terrina con la panna e il latte e lo faccio fondere nel microonde o a bagnomaria. Mescolo bene con una frustina e, quando la crema di cioccolato si è intiepidita, ci amalgamo l’uovo battuto. Trascorsi i 20 minuti, tolgo la tortiera dal forno e porto il termostato a 160° (se necessario, rimetto la tarte nel forno per altri 5-6 minuti senza i legumi).
Elimino la carta con i legumi e spalmo la marmellata sul fondo della tarte, poi la riempio con la crema di cioccolato e la passo nuovamente in forno per altri 20 minuti, fino a quando la crema si rapprende rimanendo tuttavia morbida.
Lascio raffreddare la tarte nello stampo prima di farla scivolare nel piatto da portata.

APPROFONDIMENTO

Come ottenere un disco di pasta (quasi) perfettamente rotondo Prima di tutto occorre dare alla pasta una forma rotonda regolare prima di passarla in frigorifero, poi, una volta tolta dal frigo, tenete la pasta per un po’ a temperatura ambiente e, solo quando si è ammorbidita, mettetela sul tavolo infarinato e cominciate a stenderla partendo dal centro del disco. Date un quarto di giro alla pasta ad ogni passata di mattarello (infarinato anche lui!) e fate sempre rotolare il mattarello stesso partendo dal centro del disco di pasta verso l’esterno.
ABBINAMENTO: Dolci - Con il cioccolato
  La forza saturante del cioccolato tende a spegnere il gusto di quasi ogni vino, per quanto alcolico e strutturato sia. La teoria classica suggerisce di optare per tipologie rare quali il Barolo Chinato, un Cannonau liquoroso come l’Anghelu Ruju o il Banyuls (rosso dolce del sud della Francia). Meno prevedibile e spesso più felice, invece, l’abbinamento con vini rossi secchi ma fruttati, morbidi, dai tannini vellutati: Merlot, Cabernet, un buon Lagrein. Si realizza così un accostamento simile a quello di diverse ricette di dolci a base di cacao della tradizione mitteleuropea, nelle quali il sapore carico e deciso del cioccolato viene stemperato dalla freschezza acidula dei frutti di bosco.  
VINI: Cabernet del Trentino, Merlot
* L'indicazione dei vini in abbinamento è per forza di cose generica e privilegia tipologie di facile reperibilità in tutta Italia. Ciò non toglie che per molte ricette tipiche la scelta di vini della stessa regione sia non solo possibile ma addirittura molto raccomandabile.

Profiteroles al cioccolato


                                Ricetta di Annalisa Barbagli     Stefania Barzini

INGREDIENTI PER 8 PERSONE

Per i bignè
140 g di farina 00
4 uova grandi freschissime (o 5 se piccole)
120 g di ottimo burro morbido
un cucchiaino di zucchero
125 ml di latte
125 ml di acqua
sale
Per il ripieno
400 ml di panna liquida fresca
un cucchiaio colmo di zucchero a velo
Per la salsa
250 g di cioccolato fondente
circa 1/2 bicchiere di latte
una bella noce di burro

PREPARAZIONE DELLA RICETTA

Per i bignè, setaccio la farina, poi raccolgo acqua e latte in una piccola casseruola a fondo pesante con un pizzico di sale, lo zucchero e il burro a pezzetti e la metto sul fuoco. Appena si alza il bollore e il burro è completamente fuso, verso in un sol colpo tutta la farina e mantenendo la casseruola sul fuoco, con la fiamma a metà, lavoro energicamente il composto con il cucchiaio di legno fino a quando la pasta si stacca dalle pareti della casseruola, facendo un leggero rumore come se friggesse (pochi minuti).
Ritiro la casseruola dal fuoco, travaso la pasta in una ciotola e la lascio intiepidire prima di aggiungere le uova, uno alla volta battendo energicamente e non aggiungendo il successivo fino a quando il precedente non è ben incorporato all’impasto (eseguo l’operazione con la frusta elettrica montata con i ganci). Alla fine avrò una pasta consistente ma liscia e leggera.
Accendo il forno regolando il termostato a 200°. Fodero una placca con la cartaforno. Sistemo la pasta in un sac à poche munito di bocchetta liscia da 1 cm e depongo sulla placca dei mucchietti di pasta grossi come una ciliegia, distanziandoli di almeno 3 cm. Con un dito bagnato abbasso la puntina lasciata dalla bocchetta e passo la placca nel forno e faccio cuocere i bignè per 20 minuti, fino a quando sono belli gonfi e dorati. (A meno di utilizzare il forno ventilato, con queste dosi occorrono due infornate).
Monto la panna a neve ferma e quando è pronta, unisco lo zucchero a velo facendolo scendere da un setaccino, amalgamandolo delicatamente con la spatola di gomma, poi la trasferisco nel sac à poche con una bocchetta piccola.
Faccio un taglietto nella parte inferiore dei bignè e li farcisco con la panna. Al momento di servire il dolce, li dispongo a cupola su un piatto da portata profondo e verso la salsa calda dall’alto in modo da ricoprire tutta la composizione. Oppure preparo delle piccole cupole individuali nei singoli piatti.
Salsa al cioccolato
Sminuzzo finemente il cioccolato dentro una casseruolina. Unisco circa la metà del latte e scaldo a bagnomaria, mescolando fino a quando il cioccolato è completamente sciolto. Se la salsa è troppo densa, aggiungo ancora un goccio di latte. Fuori dal fuoco, amalgamo il burro a pezzetti che rende la salsa bella lucida e cremosa.

APPROFONDIMENTO

Fai così
1. La pasta per i bignè (o pasta choux) è una preparazione abbastanza semplice che richiede soltanto il rispetto delle dosi e un burro di prima qualità.
2. Per ottenere dei bignè perfetti, è necessario far asciugare bene la pasta sul fuoco ritirandola soltanto quando l’impasto è diventato ben asciutto.
3. Durante la cottura è consigliabile mantenere una piccolissima fessura nello sportello del forno, interponendo alla chiusura una spatola di legno sottile o un cartoncino. Questo permette la fuoruscita del vapore e assicura una buona tenuta ai bignè che, con questo accorgimento, non si afflosciano una volta tolti dal forno. Per lo stesso motivo, una volta terminata la cottura, conviene lasciarli dentro il forno, caldo ma spento, con lo sportello semiaperto.
Montare la panna
Per montarla facilmente è necessario che sia molto fresca e molto fredda, deve essere cioè tenuta in frigorifero fino al momento di montarla e, nella stagione calda, è consigliabile tenere per un po’ in frigorifero anche la ciotola e la frusta. Il calore infatti facilita la trasformazione della panna in burro. Inizialmente deve essere sbattuta lentamente e, quando inizia a ispessirsi, occorre aumentare la velocità, continuando a sbattere finché non diventa una massa soffice e spumosa. A questo punto, basta. Altrimenti la panna si trasformerà in granuli di burro. Se si desidera dolcificarla (crema Chantilly), è questo il momento di unire lo zucchero a velo, facendolo scendere a pioggia da un setaccino e amalgamandolo delicatamente con la spatola di gomma.
ABBINAMENTO: Dolci - Con il cioccolato
  La forza saturante del cioccolato tende a spegnere il gusto di quasi ogni vino, per quanto alcolico e strutturato sia. La teoria classica suggerisce di optare per tipologie rare quali il Barolo Chinato, un Cannonau liquoroso come l’Anghelu Ruju o il Banyuls (rosso dolce del sud della Francia). Meno prevedibile e spesso più felice, invece, l’abbinamento con vini rossi secchi ma fruttati, morbidi, dai tannini vellutati: Merlot, Cabernet, un buon Lagrein. Si realizza così un accostamento simile a quello di diverse ricette di dolci a base di cacao della tradizione mitteleuropea, nelle quali il sapore carico e deciso del cioccolato viene stemperato dalla freschezza acidula dei frutti di bosco.  
VINI: Cabernet del Trentino, Merlot
* L'indicazione dei vini in abbinamento è per forza di cose generica e privilegia tipologie di facile reperibilità in tutta Italia. Ciò non toglie che per molte ricette tipiche la scelta di vini della stessa regione sia non solo possibile ma addirittura molto raccomandabile.

Le 5 regole per prevenire la pelle secca in inverno


Per combattere il calo delle temperature l’idratazione è l’arma corretta

MILANO – L’inverno è alle porte ed i meteorologi prevedono un clima piuttosto freddo. Da qui nasce la necessità di prendere precauzioni contro la pelle secca, una delle prime conseguenze visibili del calo delle temperature. La pelle secca non è solo un problema estetico, a volte può essere anche dolorosa e rendere più inclini alle malattie.
COME PREVENIRE LA PELLE SECCA– La pelle è il più grande organo del corpo ed il suo scopo principale è quello di fungere da barriera contro germi, batteri e virus. Ma la ‘secchezza’ compromette la capacità di protezione della pelle a causa delle numerose crepe e fessure che provoca. Ecco perciò alcuni consigli pratici per prevenire questo problema e arrivare preparati all’ inverno.
FARE BREVI DOCCE FREDDE–  Si tratta di una pratica poco diffusa perché con il calo delle temperature è molto piacevole fare una lunga e rilassante doccia calda. Il problema è che l'acqua molto calda favorisce la disidratazione della pelle. Quindi, meglio ridurre la temperatura e il tempo di permanenza in doccia.
IDRATARSI ACCURATAMENTE–  Una corretta idratazione riduce in modo notevole il rischio di pelle secca. Per idratarsi in maniera completa ed efficace bisogna partire dall’interno, bevendo la giusta quantità d’acqua giornaliera (8 bicchieri). Attività che deve accompagnare l’idratazione superficiale della pelle.
UTILIZZARE UN UMIDIFICATORE–  Il vapore prodotto da questi strumenti aiuta a mantenere il giusto grado di umidità in casa. Vivere in un ambiente troppo asciutto non aiuta l’idratazione della pelle.
ABBASSARE IL TERMOSTATO–  Una temperatura troppo alta rende l’aria secca. Abbassare il termoregolatore aiuta il benessere della pelle, oltre che a ridurre i consumi.
FARE ESERCIZIO FISICO– Promuoverla circolazione sana, che si traduce in una pelle sana. L'attività fisica aumenta il flusso di sangue che nutre le cellule della pelle.

I 15 cibi con il più alto contenuto d’acqua

Frutta e verdura sono alleati in più per una corretta idratazione
MILANO -Per ottenere una corretta idratazione, è necessario di base bere otto bicchieri di acqua al giorno. In aggiunta non bisogna sottovalutare anche circa il 20% dell’acqua assunta durante il giorno proviene da cibi solidi, soprattutto frutta e verdura. Ecco i 15 alimenti più ricchi di acqua.
L’ALIMENTO PRINCIPE– Il cetriolo è l’alimento che ha il più alto contenuto d'acqua rispetto aqualsiasi altro cibo solido (96.7%). Perfetto per le insalate, aumenta il suo potere idratante miscelato con uno yogurt privo di grassi. Anche se in inverno sono preferibili le zuppe calde, i cetrioli possono rappresentare un rinfrescante spuntino gradevole anche quando le temperature diventano più rigide.
SUL PODIO –Secondo e terzo posto, invece, per la lattuga iceberg e il sedano (entrambe contengono più del 95% d’acqua). Spesso gli esperti consigliano il consumo delle verdure più scure perché generalmente contengono un più alto contenuto di fibre, ma l’iceberg ed il sedano hanno un contenuto d’acqua molto elevato e sono quindi tra gli alimenti che garantiscono una maggiore idratazione. In più, il loro basso contenuto calorico aiuta a mantenersi in forma e garantire il benessere fisico.
L’IDRATAZIONE VIEN MANGIANDO –Largo spazio anche alle verdure rosse, come i ravanelli e i pomodori che oltre a tanto sapore regalano un po’ di colore nelle vostre insalate. I primi (95.3% d’acqua), anche se poco utilizzati nelle cucine degli italiani, sono rinfrescanti ortaggi a radice che contengono anche antiossidanti come la catechina (che si trova anche nel tè verde). Molto più conosciuti, invece, i pomodori (94.5%) che sono utilizzati soprattutto d’estate proprio per la loro freschezza e genuinità. A fornire una considerevole idratazione sono anche  peperoni verdi, cavolfiore, spinaci, broccoli e carote. Tutte verdure con un contenuto d’acqua superiore al 90% e che possono contribuire significativamente al raggiungimento della quantità consigliata di liquidi necessari al nostro organismo.
NON SOLO VERDURA –Non è esclusa dalla lista dei cibi più idratanti la frutta. Anguria, fragole, pompelmo, melone e arance non hanno nulla da invidiare alle verdure e sono composte, anch’esse, quasi esclusivamente d’acqua. Da mangiare da soli o preparando una sfiziosa macedonia, questi frutti possono essere consumati come ottima merenda o una sana colazione.